lunedì 16 marzo 2009

All'Antica Osteria Marconi di Potenza c'è Cantine del Notaio



Abbiamo letto di questa bella serata sul sito di luciano pignataro.

Merita di essere riportata, l'articolo è di Iranna Di Meo

"Una passione ereditata. Come un bene lasciato in eredità. Come si fa davanti ad un notaio. Un destino segnato il suo. Era appena un bambino di sette anni quando un giorno, il nonno, seduto vicino a una tralcio di vite gli disse: <>. Intrigante e affascinate la storia raccontata da Gerardo Giuratrabocchetti, proprietario della “Cantine del Notaio”.

Un’azienda nata nel 1998 a Rionero in Vulture con la complicità della moglie Marcella. Prima un progetto viticolo con la piantagione di vigne in cinque comuni, posizionate nelle contrade storiche del Vulture. Inizia così la sperimentazione e la ricerca sulle potenzialità del vitigno Aglianico. Protagonisti della serata all’Antica Osteria Marconi per la rassegna di enogastronomia “Vino e Cucina. Alla scoperta dei sapori della nostra terra”, i vini notarili. Presentati in anteprima i due bianchi dell’azienda: “Il Preliminare” e “La Raccolta”. “Il Preliminare”, il cui nome rimanda a un doppio senso: da una parte deriva dal linguaggio notarile (come del resto le altre etichette: La Firma, Il Repertorio, Il Rogito, Il Sigillo), dall’altra è un buon incontro a tavola.


È un vino ottenuto con base di Aglianico, privato di bucce, lavorato in bianco e in acciaio. <>. Abbinato su antipasti un po’ osé per la filosofia dell’Osteria come le alici con zucchine e menta servite su salsa di pomodoro Pachino speziato e una caprese scomposta con le seppie e mousse di mozzarella di bufala che appena la forchetta affondava in giù, si scioglieva come la neve. “La Raccolta”, sempre con base Aglianico, ma con l’aggiunta di una selezione di uve quali sauvignon e fiano e lavorato in barrique. E’ stato servito su un carpaccio di baccala' con insalatina di agrumi e peperoni cruschi. <
Privandolo della buccia abbiamo commesso una sorta di peccato, ma la domanda chiede anche vini bianchi del territorio per abbinarli a portate di pesce. Basti pensare alle nostre zone di mare. È stata un’interessante sfida interpretare l’Aglianico e valorizzare le sue potenzialità>>. Dopo aver osato sugli antispati ecco un primo piatto rivisitato, la paiella barese reinterpretata secondo la creatività dello chef Francesco Rizzuti: un risotto mantecato con grana padano, caciocavallo podolico, tocchetti di patate spadellate e mollica di pane croccante. Come di consueto, ovviamente, i piatti sono stati presentati a tavola dall’ottimo comunicatore, qual è Giuseppe Misuriello, proprietario dell’Osteria. A questo primo è stato abbinato un rosato, Il Rogito.

Come primo ancora paccheri con la carbonara .... e i puparul crusk. Per secondo, lombo di maiale laccato al miele e servito su salsa di mele alle spezie. E per finire in dolcezza, un semifreddo torroncino e agrumi abbinato con il passito L’Autentica.

<>. Tra i progetti nel cassetto quello sull’aceto balsamico e sull’olio. <>.

Un progetto aziendale, culturale, di comunicazione del proprio territorio: è questa la forza di Cantine del notaio. <>. Un abbinamento sapiente che potrebbe creare sviluppo. Soddisfatti gli organizzatori di questa rassegna enogastronomica, Giuseppe Misuriello e Feliciano Roselli dell’enoteca “Cantina di Bacco”. Prossimo appuntamento il 20 con i vini di Paternoster, dove si registra già il tutto esaurito.