sabato 29 novembre 2008

Le Grappe di Cantine del Notaio



In arrivo in enoteca le due Grappe di Cantine del Notaio

La Grappa Bianca



Ottenute dalle vinacce provenienti da uve del vitigno Aglianico del Vulture, coltivato dalle Cantine del Notaio, sulle colline di Rionero in Vulture e sono il risultato di un’attenta ed accurata selezione eseguita nella cantina di vinificazione. Il metodo di distillazione è del tipo discontinuo a bagnomaria alimentato a vapore.


Uve: Aglianico del Vulture 100%.
Gradazione alcolica: 42,0% vol.
Temperatura di servizio: si consiglia una temperatura di 12-16°C. Durante la stagione estiva, si consigliano temperature anche inferiori.
Caratteristiche organolettiche: Profumo: fragrante, intenso con una spiccata franchezza. Sapore: gradevole, schietto, persistente, fruttato, con sentore di frutta esotica matura.
Formati: lt 0,50.

e la Grappa Invecchiata




Uve: Aglianico del Vulture 100%.
Invecchiamento: la selezione “Affinata” è una partita di Grappa ritenuta, dopo attento esame chimico-organolettico, particolarmente vocata per l’immissione in piccole barriques di rovere francese del tipo Limousine, Tronchè, Allier della capacità di 220 litri/cad, per un periodo di circa 12 mesi.
Gradazione alcolica: 42,0% vol
Temperatura di servizio: si consiglia una temperatura di 12-16°C. Durante la stagione estiva, si consigliano temperature anche inferiori.
Caratteristiche organolettiche: Colore: giallo paglierino carico, tendente leggermente all’ambrato. Profumo: caratteristico di un prodotto invecchiato, dunque vanigliato, fragrante, intenso e persistente. Sapore: gradevole, schietto, persistente, morbido, vanigliato, di notevole finezza, con sentore molto complesso.
Formati: lt 0,50.

un ottimo e prezioso regalo per il prossimo Natale.

venerdì 21 novembre 2008

L’Aglianico del Vulture che piace di più

Abbiamo pensato molto sul titolo di questo post, quello che più dava l’idea di quello che volevamo dire era “L’aglianico del Vulture più buono”, ma ci sembrava di penalizzare troppo altri vini, e quindi alla fine abbiamo scelto questo.

Non è facile dire quale sia l’aglianico più gradito, vista la quantità di proposte e la qualità che esiste oggi in Basilicata.

Quello che riportiamo è il parere dei nostri clienti di Enoteca, che abbiamo raccolto e pubblicato.

Per gli storici, il simbolo del vulture, il monumento di questo territorio è rappresentato dal Don Anselmo, della famiglia Paternoster.



Un vino importante, che cambia poco negli anni, non segue le mode e gli enologi del momento, la famiglia Paternoster che è senza dubbio pioniera in questo settore ha l’esperienza e una competenza altissima e ci tiene a conservare il vecchio gusto del suo vino. Qui di seguito una degustazione di Aglianico del Vulture Don Anselmo del 2004.

“Il valore dell'invecchiamento, il rispetto per le cose e le persone che hanno un'età è delle società rurali nelle quali l'apprendimento all'uso della vita è strettamente legato allo scorrere del tempo, ché non potrebbe essere altrimenti. E' diventato una cifra generalmente negativa, intendo diffusa nel senso comune e non solo a livello letterario (Menandro, Lorenzo il Magnifico) con l'avvento della cultura urbana di cui in Italia il Fascismo è stato il collante ideologico. Oggi è considerato bravo chi si mantiene giovane e riesce ad offrire questa immagine di se a dispetto del passare degli anni e tutto è lecito per raggiungere questo scopo, soprattutto la finzione. Con internet, poi, basta un clic e si ha la sensazione di poter accedere a tutte le nozioni necessarie in un secondo, senza aver avuto il bisogno di digerirle attraverso la lettura e lo studio lungo e intenso, senza perdita di tempo, appunto. Dare la sensazione di aver girato e bluffare è diventato molto facile se si sa operare bene con la cucina del copia e incolla ma il lettore percepisce ancora la moneta vera da quella falsa, almeno sino a quando anche il copia e incolla non sarà divenuto un valore positivo, cosa che è già considerata un pregio nello stilare le tesi universitarie. Anche nel vino è in corso una battaglia culturale sul problema dell'invecchiamento, ma qui, curiosamente, le parti sono assolutamente rovesciate perché si cercano modi e trucchi per fare sembrare i vini più vecchi di quelli che in realtà non siano attraverso varie pratiche enologiche non sempre consentite dalla legge. Oppure, di converso, si cerca di sfidare le proprietà della buccia ammorbidendo e facendo vini sempre più pronti, da consumare subito, evitando l'attesa e, soprattutto, l'esposizione finanziaria delle aziende. Il motivo è che i vini di fascia medio-bassa non hanno bisogno di sembrare vecchi, mentre quelli di fascia alta lo devono perché soggiacionoappunto all'obbedienza rurale dell'importanza del tempo e sono dunque per questo apprezzati dal commercio che sa aspettare per ben vendere. Ogni cosa ha il suo stile e la sua ragione d'essere purché, a mio modo di vedere, sia autentica e reale sino in fondo con chiarezza in etichetta e verso i consumatori. Come Paternoster: al Don Anselmo ha affiancato vini di nuova generazione, che ovviamente sono stati premiati, e ciò nonostante, resta questo il simbolo verso dell'Aglianico del Vulture. Perché Sergio e Vito non hanno mai voluto cambiarne lo stile, hanno solo migliorato le tecniche di vinificazione, con una attenzione maggiore rispetto ai primi anni, alla pulizia in cantina e alla selezione delle uve. Stop. Un vino protagonista del bel libro di Andrea Scanzi, l'Elogio dell'Invecchiamento che abbiamo presentato venerdì a Barile in una cornice magnifica, nella nuova azienda di Paternoter appena fuori il paese, proprio all'uscita Barile della superstrada Potenza Melfi, in una proprietà nella quale anni fa Vito mi accompagnò appena dopo averla comprata indicandomi un dosso: . Ed eccolo, allora, uno dei tanti miracoli del vino, la sua forza di mantenere i giovani attaccati alla terra, e che terra: il cielo stellato del Vulture era meraviglioso, noi eravamo protetti dai castelli di Melfi e di Lagopesole e la serata è volata via in un lampo. E, sì, il Don Anselmo 2004, conferma il suo stile austero, non urlato, in bocca la freschezza regale dell'Aglianico ribadisce la sua vocazione all'invecchiamento, la sua voglia di raccontare una storia lunga. Senza questi vini, chi scriverebbe di vino? Poi vi lascio con le parole usate per l'invito che avevo fatto per venire a trascorrere questa serata, maagnifica fra tanti amici, tra cui Pasquale Porcelli, Andrea De Palma, Donato Rondinella, numerosi produttori (Antonio De Palma, Franco Allegretti, Rino Botte, Michele La Luce, Michele Cutolo di Basilisco, Elena e Salvatore Fucci di Titolo, Michele Giannattasio, Giovanni Montrone di Regio Cantina, Teodoro Palermo presidente della Cantina di Venosa) ove si dimostra quanto sia importante per un'azienda interpretare bene il suo essere storica in un territorio: non restare l'unica e sola, ma avere la capacità di aprire con piacere le porte a tutti gli altri, ché nel mondo globale quale mai potrà essere la concorrenzza quanto in tutto l'Aglianico del Vulture non supera i tre milioni di bottiglie? Ecco allora, il mio invito fatto su questo sito.

In realtà nella mia vita non ho mai fatto vacanza come viene intesa oggi, intendo negli ultimi vent'anni, cioé non ho mai tagliato con il quotidiano, semmai mi ci sono avvinghiato ancora di più godendo la città vuota, prima i telefoni ora i cellulari pigri, l'esaurimento di spam, tutto meravigliosamente a disposizione, le strade senza traffico, l'intimità speciale che si crea fra chi resta nel posto di lavoro. Non assenza (vacatio), dunque, ma più presenza con le persone e le cose che mi piacciono. Per questo vi invito a questo appuntamento, voglio che vediate quanto è bello e austero il Vulture, la nuova cantina della famiglia Paternoster, il sapore della Locanda del Palazzo di Rino e Lucia Botte, scoprire i formaggi fatti con le vacche al pascolo, la signorilità dell'Aglianico, la stupefacente bellezza di Venosa e dei castelli di Federico II dalla cui sconfitta sono nati i secolari problemi del nostro paese, la cattedrale di Acerenza affacciata sull'infinito. Ecco, qui dove lavoro e studio è vacanza, sommerso dal verde sotto il cielo azzurro della Lucania. Per disquisire di invecchiamento, del valore accumulato dall'esperienza, della misura acquisita grazie ai torti subiti come alle scelte indovinate, della possibilità di sferrare un colpo a sorpresa imparato durante la lunghissima gavetta, per restare sempre giovani. Perché cedendo il passo si arriva prima. Perché tanti vini sono più freschi con il passare del tempo mentre le loro caricature sono flaccide dopo un'ora a tappo aperto. Venite qui.”


La cantina che negli ultimi anni stà avendo un gran successo è Cantine del Notaio. Meritatissimo.
Grandi gli investimenti in questo settore della famiglia Giuratrabocchetti , che propone come prodotto di punta la prestigiosa La Firma.



Per i giovani appassionati e intenditori questo è l’Aglianico di oggi. Sono loro a decretare senza dubbio che siamo di fronte al massimo. Si apre quindi una disputa tra vecchi appassionati di vino e nuovi, meglio il Don Anselmo o meglio La Firma ? Questo lasciamo deciderlo a Voi, per noi ci piace anche dare due primi posti, insomma di fronte a due grandi così forse è anche più giusto.

Qui di seguito una degustazione di Aglianico Del Vulture La Firma 2004.

“C'è una regione che non bluffa mai nel bicchiere, in miglioramento sensibile vendemmia dopo vendemmia. Recenti assaggi hanno confermato la straordinarietà dell'Aglianico del Vulture, dove ormai ci sono almeno una quindicina di produttori capaci di competere ad altissimi livelli, credo che nessun territorio del Mezzogiorno continentale sia così ricco a queste vette. Confesso che all'inizio La Firma mi aveva lasciato convinto ma non incantato perché mi sembrava un vino troppo voglioso di piacere e di stupire subito, poi con i ripetuti riassaggi mi sono progressivamente convinto che il tempo è un elemento da tenere in considerazione nella valutazione. La 2001, per esempio, di recente riassaggiata per l'ennesima volta, è davvero un vino straordinario, giovane, ricco di sentori olfattivi evoluti e complessi, fresco, lungo , abbastanza morbido. Il 2004 con cui abbiamo avuto un primo impatto un paio di settimane fa si presenta ancora più equilibrato, merito forse di una annata non eccessivamente concentrata come la 2003, che è stata capace di regalare a questi vini dai tannini forti quella eleganza necessaria per consentire loro il necessario decollo in una degustazione. Il 2004 ha appunto questo pregio, è robusto ma al tempo stesso elegante, intenso, persistente, fine, con un ingresso in bocca ricco al tempo stesso di frutta e di mineralità, in buon equilibrio i tannini con la freschezza: probabilmente per queste sue caratteristiche non ptotrà avere la setssa longevità del 2001, ma sicuramente ha molti anni ancora da raccontare. La pignoleria di Gerardo Giuratrabocchetti sta spingendo questi prodotti oltre ogni limite umano, è ormai alle soglie della leggenda, basta ancora una piccola spinta e un po' di marketing per fare di questo Aglianico uno dei rossi più grandi di tutti i tempi. Qui, crediamo, Luigi Moio ha raggiunto il suo picco interpretativo più significativo. Del resto questo rosso mette d'accordo un po' tutti, come succede ai Taurasi di Molettieri, modernisti e conservatori, e lo si evince chiaramente anche dai responsi delle guide specializzate e dai concorsi. La cosa che però a me piace di più è il rapporto profondo che Gerardo e la moglie Marcella hanno con il territorio di cui sono espressione compiuta, il fatto che i loro prodotti, a parte parleremo di questi grandi Moscati della Basilicata, sono inseriti in una rete produttiva di grande qualità, mai banale e mai scontata. Un Sud, infine, ancora da scoprire e conosciuto solo dai veri intenditori.”

Ma i vini di eccellenza in Basilicata non si possono fermare a questi due. E’ d’obbligo riconoscere anche se un gradino più basso, il grandissimo lavoro fatto negli ultimi anni da Elena Fucci che con il suo Titolo Aglianico Del Vulture è riuscita negli ultimi due anni a prendere i 3 Bicchieri di Gambero Rosso e da Cantina Bisceglie, anch’essa con il suo prodotto di punta “Gudarrà” esprime a pieno la forza, il carattere e la persistenza di questo grande vitigno.





Anche per il Titolo riportiamo di seguito una degustazione, per il Gudarrà la pubblicheremo in un post successivo.

“La giovanissima Elena Fucci, fresca laureata in Enologia a Pisa, è impegnata in un bel tour italiano: prima a Firenze con l'Espresso, ieri a Torino dove ho avuto il piacere di consegnargli l'attestato della Corona per Vini Buoni d'Italia del Touring, poi a Roma per i Tre Bicchieri e infine da Veronelli a Milano. Insomma questo rosso, come il Taurasi riserva 2001 di Mastroberardino, il Montevetrano e il Terra di lavoro, è davvero capace di mettere tutti d'accordo. La visione della sua superiorità emerge infatti dal punteggio di partenza delle commissioni del Touring a Paestum all'inizio di giugno, quando Titolo 2005 centra 85 punti pieni entrando di fatto sulla soglia della finale, fissata a 86. In considerazione della costanza aziendale e fatto il quadro regionale, decisi come coordinatore di dare la spintarella necessaria per farlo entrare nel panel dei degustatori regionali quasi due mesi dopo e ne sono molto contento visto il risultato: Corona piena e indiscussa. Ieri ancora un piccolo riassaggio, una delle piccole gioie in un salone abbastanza scarno, e la conferma di una scelta oculata e giusta. In effetti, viene da chiedersi, cosa rende così piacevole un rosso Aglianico di un'annata così difficile, per non dire impossibile, come la 2005. Secondo me proprio l'equilibrio in effetti già ragginto e giocato sul filo dell'eleganza, dell'equilibrio vellutato al naso come in bocca, di un Aglianico molto bello e signorile, davvero da incorniciare e, per di più, già pronto da bere. Il successo in questi casi dipende dall'indovinare l'incrocio giusto fra il legno e le condizioni della frutta, una risposta che si cerca nell'esperienza o, più semplicemente, dalla casualità imposta dalla disponbilità economica o dalle previsioni dell'enologo. Da tempo Sergio Paternoster, almeno due vendemmie, cerca su alcuni vini l'alleggerimento e in questo caso è stato premiato proprio da questa combinazione molto brillante. Ne sono lieto per la piccola Elena e per il suo simpaticissimo papà Salvatore, precipitato in una dieta drastica dopo anni di bagordi per poter, come dice lui, . Ed è così: questa piccola impresa contadina sta facendo grande Barile, è in un gioco di squadra molto intelligente e raro, e costituisce il volto migliore di una cultura contadina che capisce come sia importante avere l'enologo e al tempo stesso fare sacrifici per laureare il futuro stesso dell'azienda. Sono scelte davvero non facili, ma per fortuna esistono e per fortuna anche le guide, pur con tutti i difetti e i limiti che hanno e di cui si discute in continuazione, svolgono questo compito importante di mettere sotti i riflettori questi vini, queste imprese e questi territori. Vini, imprese e territorio che possono vivere e svilupparsi non con le bizze di borghesi annoiati in cerca di chicche da esibire in cenacoli ristretti, ma solo se conquistano il vertice della produzione enologica nazionale di qualità in campo commerciale.”

Per finire non possiamo non parlarVi del Carato Venusio e di Cantine di Venosa, il vino lo abbiamo già descritto in un post precedente e non vogliamo ripeterci, era d’obbligo però riconoscere a questa Cantina, lo sforzo dei 500 e più soci, che negli anni stanno compiendo per far crescere sempre più la conoscenza e la qualità del vino del territorio lucano. Di questa cantine proponiamo la degustazione di un vino da bere tutti i giorni, ottimo per rapporto qualità prezzo: Terre D’Orazio 2003



“Ci sono alcune espressioni usate solo per consuetudine letteraria il cui significato è però profondamente cambiato nel corso degli ultimi anni. Una di queste, alla quale spesso mi sono uniformato anch'io, è vino quotidiano. Da un un punto di vista etimologico, vorrebbe dire il bicchiere quotidie, quello che si beve ogni giorno durante il pasto più per abitudine alimentare che per fare una esperienza concettuale, in realtà i dati del consumo pro capite dimostrano come siano ormai davvero pochi gli italiani che a tavola usano un bicchiere di vino, soprattutto durante la pausa pranzo. In realtà spesso con questa espressione si intende vino di ricaduta, vino base, vino meno costoso: io spesso lego questo concetto al bicchiere delle situazioni all'impiedi, dal buffet alla scampagnata, di gruppo, quando, appunto, la testa deve semplicemente rilassarsi e non si è concentrati molto su quello che si mangia e si beve. In questi casi al vino si chiede soprattutto bevibilità, immediatezza, freschezza, economicità e si sconta una sorta di espressione monocorde al naso come in bocca anche perché spesso non viene degustato nei bicchieri adatti che aiutano, eccome, ad esprimerlo. Sia come sia, il Terre d'Orazio rientra in questa tipologia: sicuramente meno conosciuto del Carato Venusio, poco più di 5 euro nonostante la sosta in barrique, è la bottiglia che troverete in quasi tutte le osterie e le trattorie della Lucania perché contribuisce a calmierare il conto regalando al tempo stesso un Aglianico buono, frutto di una selezione di uve della Cantina diretta da Teodoro Palermo. La versione 2003 riflette in pieno l'annata, prevale infatti la frutta morbida e a distanza di soli quattro anni il terre d'Orazio ha ormai una sua compiutezza aurea da consumare rapidamente, difficilmente potrà esprimersi ulteriormente con il passare degli anni perchè i tannini ormai sono stati ben levigati dal tempo e la freschezza è assolutamente ammagliata con le altri componenti, nel senso che sostiene la beva ma non è più la caratteristia principe del bicchiere. Un vino tutto sommato dunque facile e di buon approccio generale, il primo scalino di approccio all'Aglianico, da spendere sui piatti della cucina tradizionale o anche, più semplicemente, su una buona pasta al pomodoro con il sugo appena un po' più tirato come succede spesso nelle mense o nelle gastronomie.”

Tutte le degustazioni sono tratte da www.lucianopignataro.it

Le foto e i vini sono sono disponibili all’acquisto on line su www.buoniatavola.it

Al prossimo post, buon fine settimana.

giovedì 13 novembre 2008

Appuntamenti Campania - Falanghina Felix 2008




Segnaliamo un altro importante appuntamento per gli appassionati del vino e in particolare di questo splendido campano: FALANGHINA FELIX 2008
Di seguito gli appuntamenti in programma dal 17 novembre al 1° dicembre

17 novembre, Napoli

Presentazione alla stampa della settima edizione di FALANGHINA FELIX. All'incontro, in programma alle ore 17 al Grand Hotel Vesuvio di Via Partenope, seguirà dalle ore 19 alle 20, il seminario degustazione "Le espressioni territoriali della Falanghina in Campania", con vini del Sannio, Irpinia, Terra di Lavoro, Vesuvio e Campi Flegrei. Il seminario sarà condotto da Luciano Pignataro (giornalista de Il Mattino e Premio Veronelli 2008), Gaetano Pascale (Presidente Slow Food Campania) e Tommaso Luongo (delegato AIS Napoli); dalle ore 18 alle 22,30, nella Sala Scarlatti, si svolgerà il banco d'assaggio per operatori e professionisti del settore ed enoappassionati, di tutte le 62 aziende partecipanti e con circa 100 etichette diverse di Falanghina a denominazione di origine e indicazione geografica.

22 novembre

In contemporanea con l'apertura della rassegna in Sant'Agata de' Goti (Bn), avrà luogo il Falanghina Felix Day con degustazioni a Torino presso l'Enoteca Rossorubino, a Crema presso l'Enoteca Fuori Porta di Luca Bandirali, a Bologna presso l'Enoteca Alla Porta, a Roma presso l'Enoteca Al vino al Vino e a Bari presso Fuori Luogo.

A Sant'Agata de' Goti sarà inaugurata la due giorni dedicata al vino Falanghina. Questo il programma: alle ore 16 l'incontro inaugurale nella Sala Consiliare Comunale; dalle ore 17 alle 23 nel Palazzo San Francesco si aprirà l'Enoteca, con esposizione e degustazione dedicata agli enoappassionati; mentre, dalle ore 17 alle 23, negli stessi spazi, si aprirà la Sala degustazione professionale riservata ai professionisti del settore e dalle ore 20 alle 22 "Suoni a colori e Profumi di lettere", note musicali e letture d'autore.

23 novembre
L'enoteca con esposizione e degustazione dedicata agli enoappassionati, avrà i seguenti orari: dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 16 alle 23.


1° dicembre, Roma

Al Rome Cavalieri the Waldorf Astoria, dalle ore 16,30 alle 17,30, si terrà il seminario degustazione su "I tempi lunghi della Falanghina in Campania", con i millesimi 2001, 2002, 2005 e 2006, condotto daLuciano Pignataro, Antonio Del Franco (Presidente AIS Campania) e Nicoletta Gargiulo (Miglior Sommelier d'Italia 2007); mentre, dalle ore 18 alle 22,30, sarà allestito il banco d'assaggio per operatori e professionisti del settore ed enoappassionati, di tutte le 62 aziende partecipanti e con circa 100 etichette diverse di Falanghina a denominazione di origine e indicazione geografica.

La partecipazione a tutte le iniziative in programma è gratuita, per i seminari è necessaria la prenotazione (fino ad esaurimento posti) direttamente sul sito web www.falanghinafelix.it

Per informazioni: felix@falanghinafelix.it

lunedì 10 novembre 2008

Appuntamenti: Rosso, Rosso, rosso, Piedirosso......26 e 27 Novembre, Battipaglia (SA)




La Fabbrica dei Sapori...” & www.lucianopignataro.it
in collaborazione con Confagricoltura

PRESENTANO

ROSSO ROSSO ROSSO…PIEDIROSSO!

Mercoledì 26 e giovedì 27 novembre 2008, dalle ore 18 alle ore 23, a Battipaglia, presso “La Fabbrica dei Sapori…” – l’antica fabbrica conserviera restaurata e trasformata in centro polifunzionale, con spazi dedicati alla valorizzazione e all’utilizzo dei prodotti tipici – si svolgerà l’evento “Rosso rosso rosso…Piedirosso!”.

Mercoledì 26 novembre

Campi Flegrei e Ischia

Bere orizzontale

Ore 18:00
Ischia
Casa D'Ambra, Pietratorcia
Condotta da
Ciro Cenatiempo, giornalista
Marco Starace, fiduciario Ais Ischia

Ore 19:00
I Campi Flegrei
Colle Spadaro, Contrada Salandra, Grotta del Sole, La Sibilla
Condotta da
Tommaso Luongo, fiduciario Ais Napoli
Angelo Di Costanzo, primo sommelier della Campania

Gennaro Esposito – Torre del Saracino di Vico Equense
presenta
un piatto in abbinamento al Piedirosso

Luigi Di Lauro - Il Mediterraneo di Pollica
La bruschetta di mare

L’Antica Pizzeria Brandi di Napoli presenta la pizza Margherita con l’olio dop Colline Salernitane

Giovedì 27 novembre

Vesuvio e Sannio


Bere orizzontale

Ore 18:00
Il Vesuvio
Cantine Podere del Tirone, I Nobili del Vesuvio, Michele Romano, Terre di Sylva Mala, Vigna Pironti

Condotta da
Marina Alaimo, sommelier
Ugo Baldassarre, giornalista

Ore 19:00
Il Sannio
Fattoria La Rivolta, Fontanavecchia, Mustilli
Condotta da
Pasquale Carlo, giornalista
Nicola Matarazzo, esperto in comunicazione enogastronomica

Antonio Tubelli – Timpani e Tempura di Napoli
presenta

Il sartù di riso

Marco De Luca - Il Ristoro degli Angeli di Salerno
Il riso a modo mio

Cosimo Mogavero - Ciripizza presenta la pizza al pomodoro San Marzano dop con l’olio dop Colline Salernitane

Banco degustazione dalle ore 20:30 in poi

Partecipano le aziende:

Andrea Pagano Santacosta
Cantina del Vesuvio
Cantine Astroni
Cantine De Caprio
Cantine del Mare
Cantine Farro
Cantine Federiciane di Monteleone
Cantine Podere del Tirone
Carputo
Casa D'Ambra
Casa Setaro
Colle Spadaro
Contrada Salandra
Fattoria La Rivolta
Fontanavecchia
Grotta del Sole
I Nobili del Vesuvio
Iovino Antonio
La Sibilla
Masseria del Borro
Mustilli
Ocone
Pietratorcia
Romano Michele
Terre di Sylva Mala
Varriale
Vigna Pironti
Villa Dora

In diretta tv su Telecolore e sul canale satellitare 849 di SKY

L’ingresso ai banchi di assaggio è libero.
L’accesso alle degustazioni guidate degli chef per gli abbinamenti piatti-vini è su prenotazione (40 persone/ora).

Prenotazioni: 0828/630021

"La Fabbrica dei Sapori..." - Via Spineta, 84/C - Battipaglia (Sa)
Info: 0828.630021 - www.lafabbricadeisapori.it


In collaborazione con


Consorzio di Tutela dell’olio DOP Colline Salernitane
Azienda Rago
Vannalat
De Luca Attrezzature per la Ristorazione
Bormioli
Associazione Italiana Sommelier
REGIONE CAMPANIA
Associazione “I Devoti del San Marzano”
Perlage
A.M.I.R.A. Paestum
Associazione Borgo di Terravecchia